Assistente: la vera rivoluzione di iOS 5, derivata da Siri

03/10/2011 22:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Mentre si azzuffano con le indiscrezioni dell’ultimo minuto sull’hardware dell’iPhone, potrebbero essere nel software le sorprese più importanti. L’assistente di derivazione Siri funzionerà bene anche in lingue diverse dall’inglese?
Siamo alla vigilia di quell’intelligenza artificiale mitizzata da tanti anni? Secondo il co-fondatore di Siri il Virtual Personal Assistant, che Apple ha acquisito nel 2010, sarà una delle funzioni vincenti di iOS 5.

9 to 5 Mac ha intervistato Norman Winarsky, il quale ha definito l’evento di domani come la “svolta mondiale” perché le funzioni della ex applicazione per iPhone, ora sviluppata appositamente da Apple, forniranno la “vera intelligenza artificiale, di uso pratico”.

Certezze di quello che presenterà Apple domani, non le ha nemmeno Winarsky, un po’ perché ha sottoscritto documenti di segretezza con Apple e certamente un po’ perché lo sviluppo del software nell’ultimo anno è stato lontano da lui.

Nell’Assistente ci sarebbe integrata la tecnologia Nuance per il riconoscimento dei comandi vocali dell’utente, che potrebbe chiedere al dispositivo virtualmente qualunque cosa, ottenendo dalle ricerche su Internet ai dati presenti localmente, passando per veri e propri computi per dare le soluzioni richieste. Se Apple, volesse sostituire Nuance con un software diverso (per esempio Vlingo) potrebbe farlo, ma la domanda che ci poniamo è se il sistema funzionerà anche con lingue diverse dall’inglese (Nuance è forse il meglio in circolazione, ma gli errori non mancano).

Certo Siri richiede grande potenza di calcolo, Winarsky ricorda che per far funzionare quell’applicazione su iPhone 3GS erano stati necessari molti interventi. Di sicuro un processore più potente, come una eventuale versione ottimizzata di A5, sarebbe il “motore” ideale.



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