Apple, quel metro di vantaggio che fa vincere le corse
07/04/2010 07:00 CET
Se iBooks ha un controllo della luminosità irraggiungibile è uno dei motivi per i quali Apple splende meglio su tutto l’ecosistema di sviluppatori, rigorosamente sotto sorveglianza.
Apple si sarebbe riservata un vantaggio tecnologico che ad altri nega sulle API da usare nelle applicazioni per iPad, come già successo per iPhone/iPod touch.
Se l'”arbitro” che decide cosa approvare nell’App Store fosse imparziale e non Apple stessa, non sarebbero mai state approvate applicazioni per iPad come “Pages”, “Numbers”, “Keynote” ed “iBooks”. Certamente averle programmate a Cupertino ha i suoi vantaggi.
Apple ha certamente tecnici con eruzioni di idee geniali quotidiane e c’è da aspettarsi che i software scaturiti da queste menti abbiano soluzioni molto interessanti, peccato che non vengano condivise con la comunità di sviluppatori e però ritenute già mature da far approvare applicazioni con vantaggi straordinari sulla concorrenza. Cosa che non può succedere allo sviluppatore X oppure a quello Y.
Futuri SDK (come quello che attendiamo per domani sera) potrebbero includere le molte API private che segnala lo sviluppatore newyorkese Marco Arment, ma per adesso le applicazioni di Apple che già le usano sono regolarmente disponibili al download.
Disparità che gli utenti potrebbero non conoscere nei dettagli ma delle quali certamente potrebbero legittimamente lamentarsi con gli sviluppatori di terze parti, per la mancata implementazione di novità viste nei prodotti di Apple.
Bertrand Serlet, responsabile dell’ingegnerizzazione del software di Apple, spiegava in un passato WWDC l’evoluzione di una API da privata a pubblica, precisando che se la soluzione non è ancora stata collaudata non può rientrare in un software per il pubblico. Regole che non valgono per Apple.