Apple mette in cassaforte App Store e stringe la cinghia
01/02/2011 07:00 CET
Agli sviluppatori di software per App Store l’azienda di Cupertino starebbe dicendo di far passare ogni acquisto unicamente per i server di Apple. Chiuse le porte a Sony Reader Store, ma non ancora a Kindle Store. Aggiornato.
Finora Apple ha lasciato vendere un po’ di tutto da App Store. Il negozio delle applicazioni per iPad/iPhone/iPod touch, che ha superato i 10 miliardi di download, si è fatto sfuggire molti software teoricamente non ammessi dalle linee guida inventate a Cupertino.
Secondo le informazioni raccolte dal New York Times ora Apple vorrebbe diventare più restrittiva, cominciando a non approvare Sony Reader Store, il software che dà accesso online al negozio virtuale di libri elettronici per Sony Reader.
Cosa stia per succedere all’accesso a Kindle Store, che i vari dispositivi iOS hanno incredibilmente da tempo, nelle varie versioni di Kindle per iPad/iPhone, non si sa. Tanto ormai è pronto Kindle for the web per non ricorrere più ad applicazioni specifiche. Per ora i software per iOS di Amazon sono regolarmente al loro posto e vendono pubblicazioni elettroniche, senza lasciare ad Apple quel 30% del guadagno richiesto per ogni acquisto in-app.
I software per App Store hanno sopperito in molti paesi, come l’Italia e la Russia, all’assenza del canale di vendita iBookstore (c’è ma non vende titoli commerciali) oppure ad un iTunes Store. Alcuni libri o film si sono dovuti adattare al formato improprio pur di raggiungere il pubblico.
Per esempio l’ultimo libro di successo di Beppe Severgnini (il banner verdognolo con la fantasiosa scritta “disponibile su iTunes App Store” non dovrebbe essere gradito ad Apple, ma prima dovrebbe accorgersene) è un’applicazione e non un semplice file ePub venduto dove sarebbe lecito vederlo apparire accanto ai suoi simili, ovvero l’iBookstore.
Che i controlli siano approssimativi lo dimostra l’ultimo caso russo. Da ieri pomeriggio il sito della BBC segnala un uso non autorizzato di filmati all’interno di applicazione in vendita su App Store Russia e fatte da Vladimir Penshin, pare che i detentori dei diritti dei video dell’epoca del Soviet (Mosfilm e Obyedinennaya Gosudarstvennaya Kinocollectsia) non abbiano mai licenziato queste memorabilia. Lo sviluppatore ucraino, che ha ammesso sia di non avere licenze per quei video e sia le sue colpe, ha già avuto notizia della cancellazione del software da parte di Apple.
Aggiornamento del 01/02/2011: i portavoce di Apple fanno sapere al Wall Street Journal che “le linee guida non sono cambiate e che se un libro è disponibile esternamente, la stessa possibilità ci sia anche in modalità d’acquisto in-app”.