Apple dimostri di essere la Ferrari dell’hi-tech
15/01/2009 14:30 CET
C'è il timore degli investitori di Apple che oggi sarà una giornata di contrattazioni che lascerà il segno. Naturalmente negativo.
Fino a quanto scenderà il valore di un'azione AAPL? La chiusura del Nasdaq di ieri sera, prima dell'annuncio sulla salute di Jobs, indicava una perdita "normale" (per i tempi nerissimi che corrono) a 85,33 dollari, ovvero un calo giornaliero del 2,71%.
Già alcuni istituti finanziari avevano cominciato ad abbassare le previsioni in vista della relazione sul trimestre finanziario attesa per mercoledì, non che i prodotti di Apple non vadano bene ma la situazione economica è tra le peggiori di sempre ed è facile scorgere all'orizzonte difficoltà. Oggi giungono target di prezzi ridotti e giudizi peggiorati, uno per tutti quello di Credit Suisse che fissa a 93 dollari l'obiettivo e "hold" (tenere), non più "buy" (comperare), il rating su AAPL.
Hai voglia a dare rassicurazioni a dipendenti, colleghi, clienti e mercato se solo dopo una settimana queste non sono poi così tanto rassicuranti.
Mancano 60 minuti alla campanella del Nasdaq, vedremo se l'inevitabile si realizzerà.
Chi sostiene che Apple sia un'azienda e che Steve Jobs sia un uomo forse si sbaglia. Quando Jobs è stato lontano dalla società che ha creato nel 1976 assieme a Steve "Woz" Wozniak (ed al dimenticabile Ronald Wayne) Apple è arrivata ad un passo dal baratro, quando Jobs ha deciso in prima persona le direzioni aziendali Apple è stata vincente.
Steve Jobs ha deciso che per tutta la prima metà di questo 2009 non rimetterà piede a One Infinite Loop, certo questa volta i "successori temporanei" li ha scelti lui e sono uomini di gran fiducia. Sempre al suo fianco, il 49enne Tim Cook (illustrato a lato e sotto) è il fidato COO che si occupa da undici anni delle operazioni quotidiane di Apple, già nel 2004 Jobs lo scelse come CEO per il breve periodo della sua assenza forzata, quella per sottoporsi ad intervento chirurgico di rimozione del tumore pancreatico che lo aveva colpito con una forma rara ma curabile, se presa in anticipo.
Un anno dopo l'operazione Jobs si recava all'università Stanford (2 chilometri dalla sua casa di Palo Alto) per accettare la laurea honoris causa ed, in quell'occasione, il CEO di Apple teneva un discorso con il quale citava il tumore sconfitto: "remembering that you are going to die is the best way I know to avoid the trap of thinking you have something to lose, you are already naked, there is no reason not to follow your heart […] stay hungry, stay foolish" (ricordare che la nostra vita potrebbe essere corta è lo stimolo migliore per non avere rimpianti, siamo già nudi, non c'è nulla da perdere seguendo il proprio istinto […] siate affamati, siate follemente liberi).
Poche ore fa sul canale CNBC c'è stata la gazzarra tra chi, nel recente passato, aveva spergiurato di sapere che Jobs stava bene e chi invece sapeva che Apple aveva steso una contro-producente cortina fumogena sull'argomento.
Per quanto ci impegniamo a sostegno o critica di una o dell'altra tesi, poco importa. Steve Jobs è ammalato, quanto grave non lo sappiamo, la sua assenza da Apple è necessaria per curarsi bene e chissà se l'azienda senza di lui potrà mai essere la stessa di prima.
Sarà un pessimo compleanno il 25esimo anniversario dalla nascita del Macintosh, il prossimo sabato 24 gennaio.
Il CEO di Apple, se le cose non andassero bene entro giugno come tutti gli auguriamo, potrebbe decidere di non tornare più al comando di Apple. E prima o poi accadrà.
Non può esserci solo lo spazio per il pessimismo.
Ci viene da fare un solo parallelo: Ferrari, esattamente come Apple, è da sempre numero uno nel proprio settore, quello delle automobili sportive. Il vecchio Enzo Ferrari restò al comando dell'azienda Maranello fino ai suoi ultimi giorni da 90enne nel 1988, nel frattempo si circondò di appassionate persone competenti e di fiducia, il passaggio ai suoi eredi (familiari ed aziendali) della Ferrari avvenne serenamente e la società continua a sfornare dalle catene di montaggio le vetture più ambite al mondo e nelle competizioni a primeggiare, se non sempre vincere.
Apple, con o senza Steve Jobs, dovrà continuare a fare hardware e software di prim'ordine. Ci sono milioni di utenti ed investitori che si attendono di non essere delusi, anche loro dimostreranno con maturità di essere pazienti in questi momenti non facili per la famiglia di Jobs. Saranno tutti premiati con nuovi eccitanti prodotti, con il titolo che riprenderà a correre… magari con il dono più grande: il ritorno in piena salute di Steve Jobs al comando di Apple.
Che Bloomberg tenga il coccodrillo ancora per molti anni negli archivi.
P.S. nel caso qualcuno si ponesse il problema, le foto di questo articolo sono tutte di proprietà di setteB.IT che attraversa oceani per portare ai suoi lettori le informazioni più complete. Ricordiamo che non basta tagliare il watermark come ha fatto recentemente il prestigioso sito di Repubblica con una nostra foto per raccontare cosa succedeva al Macworld Expo di San Francisco. Meglio CNN che almeno cita setteB.IT per la cortesia di concedere l'immagine.