L’altra faccia della medaglia: iAd non va un granché
16/08/2010 13:30 CET
Chi ne parla bene e chi ne parla male, Apple però ancora non dice nulla.
Ci sono opinioni opposte su iAd, il nuovo servizio di pubblicità interattive da inserire dentro le applicazioni per i dispositivi iOS.
Qualche giorno fa il Los Angeles Times riferiva della soddisfazione dei primi inserzionisti, sull’altra costa degli Stati Uniti hanno un’opinione diversa. Il Wall Street Journal ora nota che dei 17 grandi marchi che avrebbero dovuto partecipare solo Nissan ed Unilever si sono viste attive in luglio su iAd, con Disney, Citigroup e JCPenney che hanno già dato. Pare che Chanel si sia già chiamata fuori.
I pubblicitari dicono che avere Apple all’interno del processo creativo delle agenzie è un ostacolo. Una campagna su iAd necessita di 10 settimane di lavoro, decisamente di più delle altre pubblicità mobile. Un ritardo stimabile in un paio di settimane per realizzare una campagna su iAd.
Un’altra complicazione è aver voluto basare iAd su HTML5, che standard ufficiale ancora non è, senza che Apple fornisse un SDK agli sviluppatori per muoversi agevolmente in un terreno sconosciuto ai più.
Probabilmente è vero tutto, cioè che chi già è presente ne ha tratto benefici e chi ancora non c’è è per le difficoltà di arrivarci con gli strumenti attualmente disponibili.
E’ tutto molto giovane, l’esordio di iAd sui mercati nordamericani è del primo luglio, bisognerà che il sistema faccia un po’ di rodaggio prima di elevarlo all’olimpo della pubblicità oppure gettarlo senza ripensamenti.