Telecom ed iTunes alla cassa dei diritti britannici

29/09/2006 07:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Gli operatori che commercializzano musica digitale e suonerie trovano un accordo sulla cifra da pagare agli autori ed editori britannici.

Gli operatori che commercializzano musica digitale e suonerie trovano un accordo sulla cifra da pagare agli autori ed editori britannici.
 
La MCPS-PRS Alliance (una sorta di SIAE britannica) comunica che è stato trovato un accordo volontario con vari rivenditori di musica digitale, tra i quali: iTunes, Vodafone, O2, T-Mobile e Orange. Fa parte dell'accordo anche la BPI.

Per la musica scaricata in Gran Bretagna questi operatori pagheranno l'8% del fatturato lordo, tasse escluse. Sono escluse le suonerie. Per la musica fornita in streaming o più in generale per quella non on-demand sarà dovuto il 6,5%.

Precedentemente gli autori ed editori britannici dovevano ricevere il 12% ma negli ultimi quattro anni la percentuale è scesa all'8%, il nuovo accordo fa diventare permanente tale aliquota, almeno per i prossimi tre anni.

Sono state fissate anche quote minime per assicurare una quota base, sotto la quale non scendere anche quando il prezzo della musica dovesse scendere in modo significativo.

La Gran Bretagna è il mercato europeo più florido della musica digitale, nel 2005 sono stati scaricati un totale di 34 milioni di brani.

Appuntamento in novembre per definire gli ultimi particolari dell'accordo, ancora non esaminati.

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