USA: eliminato l’embargo sul web per Cuba, Iran e Sudan
08/03/2010 22:30 CET
I cittadini di questi paesi potranno comunicare via Internet per esprimere il dissenso con gli strumenti migliori, ammesso e non concesso che i governi locali non chiudano i “rubinetti”.
Il dipartimento del tesoro statunitense desidera che la maggior parte delle persone possano esercitare il diritto del libero pensiero, di espressione e d’informazione, quindi autorizza l’esportazione di tecnologie e servizi basati su Internet in 3 nazioni che fino a ieri non potevano, formalmente, usare soluzioni statunitensi.
L’OFAC – Office of Foreign Assets Control ha deciso che posta elettronica, social network, chat e messaggeria istantanea possano essere usate nei seguenti paesi: Cuba, Iran e Sudan (compresa la regione del Darfur).
Si tratta di paesi oppressi da regimi autoritari, molti degli abitanti vorrebbero poter esprimersi liberamente e non possono farlo ma la mossa dell’amministrazione Obama tende una mano, seppur virtuale, con l’apertura di servizi Internet. L’esportazione di software, seppur gratuito, è invece limitata ad Iran e Sudan.
Tutte le altre limitazioni restano.
Il segretario Neal Wolin ha dichiarato: “come i recenti eventi hanno dimostrato le comunicazioni personali via Internet sono strumenti molto potenti […] nel frattempo le sanzioni esistenti continueranno a fare pressione sul governo iraniano per allinearsi agli obblighi internazionali”.
Facebook, Twitter, Gmail e tanti altri servizi gratuiti solo da oggi sono ufficialmente autorizzati ad operare in questi paesi. Il segretario di stato USA Hillary Clinton aveva fatto sapere, con il caso di Google in Cina, che gli Stati Uniti sostengono la libertà d’espressone e non le censure.
Altri paesi continuano ad essere sotto embrago per gli USA, a vario titolo: Birmania, Cina, Congo, Corea del Nord, Costa d’Avorio, Siria, Venezuela e Zimbabwe.