Notizie a pagamento, interpretazione italiana del tema
15/02/2010 15:00 CET
Stratagemma senza futuro quello escogitato dalle prestigiose testate italiane? Bisognava per forza voler dimostrare di essere più furbi del Wall Street Journal e di altri che hanno scelto l’abbonamento trasparente alle notizie?
Da qualche settimana le notizie pubblicate online sui siti delle principali testate italiane, in primis il gruppo RCS (Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport) ed Espresso (Repubblica), sono diventate a pagamento su piattaforma mobile di Apple.
La filosofia non si discute, ognuno sceglie se percorrere la strada delle notizie gratis sostenute dalla pubblciità oppure le notizie a pagamento (chissà se la pubblicità resta estranea). Quello che è discutibile è la modalità.
Il Wall Street Journal, uno dei primi giornali che ha scelto di farsi leggere online solo se si paga l’abbonamento offre titoli e poco di più sul sito, dal software distribuito via App Store per iPhone/iPod touch è richiesto un pagamento settimanale per leggere tutto.
In Italia, invece, dopo un periodo gratuito delle applicazioni specifiche, si sono inventati un confuso e non necessariamente più conveniente addebito di 0,09 euro a pagina letta, almeno questo succede su rete 3 per volontà degli editori e senza tariffazione del traffico dati.
Anche accedendo alla normale pagina online di queste testate si deve pagare perché il browser re-indirizza al sistema di pagamento. Nessun avviso preventivo e mancanza di chiarezza che fa sembrare tutto molto losco, mentre il cliente pensa che i bit delle pagine scaricate siano ancora gratis.
La scorsa notte, subito dopo la discesa in slittino di Armin Zoeggeler (la seconda medaglia di bronzo per l’Italia), abbiamo usato l’applicazione “Gazzetta” per iPod touch e la lettura delle notizie ci è stata rifiutata finché non si fosse aggiornato il software e si fosse provveduto al pagamento dell’abbonamento.
Siamo quindi andati sul sito della stessa testata e tutto era leggibile senza la richiesta del pagamento per l’apertura della pagina. Chiaramente l’iPod touch non si appoggia su un abbonamento di una telecom e quindi non ci avrebbero mai potuto tassare la lettura sulla bolletta o scalando la ricaricabile.
Se a lor signori questo sistema sembra coerente e democratico facciano pure e si studino sempre più confusi sistemi di pagamento. Noi l’applicazione invece di rinnovarla l’abbiamo rimossa, ci sono milioni di altre fonti gratuite per leggere le notizie, mentre il lettore butta l’occhio anche sui banner pubblicitari.
Addio.