Gli americani all’attacco del dominio .EU
26/07/2006 07:00 CET
Dietro a questi siti ci sarebbe godaddy.com (con sede in Arizona) che ha fatto credere che le tre società, fintamente britanniche e con nomi dal richiamo goffamente italiano, avessero tutti i diritti di registrare a man bassa una serie di domini da, auspicabilmente per godaddy.com, rivendere ad alto prezzo.
L'Unione Europea si è mossa con decisione in questo caso, sorprendendo molti, e ha subito fermato queste azioni illegali. EURid, l'emanazione europea responsabile della registrazione dei domini .EU, si è accorta della pratica del "warehousing" non permessa e ha denunciato i 400 registrar che avevano momentaneamente ottenuto la registrazione dei 74.000 TLD.
Tuttavia i 400 registrar in questione fanno tutti capo ai tre siti con nomi italici precedentemente citati perciò, a loro volta, riferibili a godaddy.com con sede negli Stati Uniti.
I procedimenti legali partiranno a breve e poi i 74.000 domini (tra i quali hallo.eu, rap.eu e altri ancora), attualmente sospesi, saranno rimessi "in libertà" perché li registri qualche entità europea legittimata.
Si difende il proprietario di godaddy.com, tale Bob Parson, contrattaccando EURid per il metodo scelto per le registrazioni dei domini .EU.
In tre mesi sono stati legittimamente registrati 2 milioni di domini .EU (erano oltre 700.000 nelle prime 4 ore), tra i quali il nostro setteBIT.eu che, se volete, potete usare in luogo del classico setteB.IT, noto fin dall'inizio della nostra avventura.