Abrogato l’art. 60, sfiorata la censura del web italiano
29/04/2009 15:30 CET
La notte scorsa la riunione delle commissioni parlamentari Affari costituzionali e Giustizia ha spazzato via l'emendamento D'Alia. Finalmente un gruppo di politici competenti di ogni schieramento mette ordine.
I blog in Italia potranno continuare ad operare in libertà. Il rischio che l'articolo 60 del DDL 2180 (sicurezza) firmato da Gianpiero D'Alia (UDC) sconvolgesse il quieto vivere di tanto libero pensiero sul web era reale.
Il senatore messinese voleva oscurare i siti che violavano la legge (bastano le norme attuali, se applicate con perizia), se anche una sola pagina conteneva un insulto scritto da un partecipante ad un forum, tutto il sito doveva essere reso inaccessibile dalle autorità.
Attorno alle 2 della scorsa notte, grazie all'impegno dei parlamentari dell'Intergruppo 2.0 (provenienti da svariate forze politiche), tale articolo è stato cancellato dal decreto.
Come spiega con malcelata soddisfazione l'onorevole Roberto Cassinelli (PDL) in 24 caratteri (spazi inclusi) le commissioni riunite Affari costituzionali e Giustizia hanno messo la parola fine approvando "sopprimere l'articolo 60", proposto da Cassinelli stesso assieme a Barbara Mannucci (PDL) e supportato dall'attività parlamentare di Antonio Palmieri (PDL).
Gli altri parlamentari che assieme a Cassinelli partecipano all'intergruppo sono: Paola Concia (PD), Massimiliano Fedriga (Lega Nord Padania), Nicola Formichella (PDL), Sandro Gozi (PD), Beatrice Lorenzin (PDL), Matteo Mecacci (PD), Federica Mogherini (PD), Alessio Mosca (PD), Vinicio Peluffo (PD), Mario Tullo (PD), Vincenzo Vita (PD) e Pierfelice Zazzera (IDV). In gran parte giovani.
Il testo dovrà tornare al Senato e c'è da tenere le dita incrociate che a nessuno venga in mente di introdurre nuovamente norme illiberali.
La pressione fatta dalla quasi totalità della rete su bizzarre proposte legislative vince.
