Ricerca ITIF sull’innovazione: povera Italia!
26/02/2009 07:00 CET
Il nostro paese è in fondo a tutte le classifiche, se non fuori dalla top 40. Nella banda larga scivoliamo sempre più in basso e rispetto ad un anno fa perdiamo tre posizioni.
Il nostro paese è in fondo a tutte le classifiche, se non fuori dalla top 40. Nella banda larga scivoliamo sempre più in basso e rispetto ad un anno fa perdiamo tre posizioni.
L'ITIF – Information Technology & Innovation Foundation ha confrontato 16 indicatori della competitività globale e li ha suddivisi in 6 categorie con lo studio "The Atlantic Century: benchmarking EU and US innovation and competitiveness". In tutti i casi l'Italia fa pessime figure.
I tre paesi più innovativi dell'ultimo anno sono Singapore (73,4 punti), Svezia (71 punti) e Lussemburgo (66,2 punti). L'Italia è solo 26esima con un punteggio complessivo di 40,2, quando la media dei 15 principali paesi europei è di 52,5 punti.
I ricercatori Robert Atkinson e Scott Andes hanno anche guardato ai progressi economici fatti negli ultimi 10 anni ed in questo caso risulta la Cina il paese che è cresciuto maggiormente (19,5 punti) seguito da Singapore (19 punti) e dalla Lituania (1,8 punti). In base a questi confronti l'Italia riesce ad essere migliore degli Stati Uniti, Brasile e Grecia al 36esimo posto con 5,2 punti. L'Europa a 15 è 29esima con 8,5 punti.
E' una situazione che difficilmente si può evitare di definire disastrosa.
Ma c'è di peggio se si analizzano i vari indicatori: innanzitutto la banda larga, rispetto alla classifica di un anno fa l'Italia arretra di tre posizioni alla 24esima. Paesi che avevano una situazione peggiore come Estonia, Austria, Lituania e Slovenia ci hanno superato. Al vertice c'è il Giappone, seguito da una sorprendente Svezia (che era sesta nel 2008), sale sul podio l'Olanda e scalza la Finlandia al quarto posto.
Tra tutti gli indicatori l'Italia ottiene il miglior risultato con le pubblicazioni scientifiche, in classifica la penisola è 17esima, mettendo dietro la Spagna ma avendo davanti l'Irlanda.
Il peggior risultato ce l'abbiamo nella nascita di nuove aziende sul totale di quelle esistenti. L'Italia si classifica 34esima, India, Cina e Polonia hanno un tasso inferiore ma Malta ha percentuali più altre di quelle italiane.
Va male anche nell'educazione superiore (31esimi), nella ricerca (30esimi), nelle tasse alle aziende (29esimi) e con il clima generale per fare business (29esimi).
La ricerca dice dell'Italia che (assieme alla Germania) ha avuto difficoltà ad abbracciare il tipo di riforme necessarie per progredire.
Che il Bel Paese di desti in fretta dal lungo sonno, sperando che i recenti proclami governativi si traducano in reali progressi.
Cogliamo l'occasione per ricordare a Barack Obama che la tecnologia solare non è una scoperta statunitense ma francese e che l'invenzione dell'automobile è da accreditare alla Francia/Germania (qui il video del suo primo discorso al Congresso USA, di mercoledì mattina). Che poi i primi prodotti commerciali come le celle solari e la catena di montaggio delle vetture siano statunitensi, è un'altro discorso. Perché va bene tutto, ma ad ognuno il suo, già sono convinti che la pizza sia loro!