Pisanu aveva ragione sul Wi-Fi? L’India è assonante
13/01/2009 09:00 CET
Non sappiamo se l'ex ministro Beppe Pisanu sia stato in vacanza da quelle parti ma in India devono aver avuto l'intuizione che la pericolosità delle reti Wi-Fi aperte al pubblico sia una degenerazione dell'hi-tech da combattere immediatamente.
Le reti non protette indiane stanno per essere censite da un centinaio poliziotti armati di turbante, bastone, laptop e smartphone. Si comincia dalle aree di Bandra-Kurla e da Malabar Hill. Chi fosse trovato a mantenere un hotspot gratuito e libero potrebbe essere incriminato in base all'articolo 149 del Criminal Procedure Code indiano "Police to prevent cognizable offences. Every police officer may interpose for the purpose of preventing, and shall, to the best of his ability, prevent, the commission of any cognizable offence".
Indicazioni generiche che vengono adattate a questa esigenza, fa proseliti l'ex ministro Pisanu.
L'80% delle reti Wi-Fi indiane sarebbe aperto all'utilizzo di chiunque. Uno di questi punti d'accesso a Internet sarebbe stato utilizzato dai terroristi per inviare messaggi relativi ai massacri di fine 2008, tuttavia sono stati adoperati servizi di anonimizzazione dell'IP.
In Italia il famigerato decreto Pisanu è stato prorogato fino a tutto il 2009 in Italia.