Il coccodrillo di Bloomberg su Steve Jobs

28/08/2008 08:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001La redattrice finanziaria Connie Guglielmo aggiorna il necrologio sul CEO di Apple. La sua salute sembra ristabilita e probabilmente non verrà pubblicato presto, ma eccolo.
In ambito giornalistico il cinismo la fa da padrona, giustificato da una certa tecnica produttiva che obbliga molti a preparare in anticipo necrologi di persone ancora in perfetta salute.

Accade per ogni politico, businessman o VIP in genere, accade anche per Steve Jobs. Non stupiamoci. Se poi aggiungiamo che di recente s’è parlato molto della salute del co-fondatore di Apple, a maggior ragione alcuni archivi di giornali e televisioni ospitano un ricco “coccodrillo” di Steve Jobs.

Ovviamente non è elegante parlare al passato di gente che incide ancora il presente, tuttavia Gawker ha intercettato il necrologio di Steve Jobs scritto da Connie Guglielmo, la redattrice di Bloomberg per ogni notizia su Apple.

Ci sono alcune parti da completare e concordare con l’ufficio stampa di Cupertino al momento del trapasso (che, è l’augurio di tutti, il soggetto per primo, sarà certamente molto lontano nel tempo), prima tra tutte la data del triste evento. Ne riportiamo alcune parti per pura curiosità, la versione completa si estende per svariate pagine.

Il titolo è “Steve Jobs, l’arbitro della tecnologia ‘cool'” ed il necrologio comincia così: “ha contribuito a creare il personal computer da usare facilmente come un telefono, ha cambiato il mondo dei film d’animazione, persuaso i consumatori a scegliere la musica digitale ed ha attribuito fascino alla telefonia cellulare”.

L'”articolo in naftalina” cita anche frasi di colleghi su Jobs. Bill Gates nel 1998 diceva: “in termini di leadership nell’ispirazione Steve Jobs è proprio il migliore che io abbia mai incontrato”.

Il vecchio amico e partner nell’avvio dell’avventura di Apple, Steve “Woz” Wozniak viene citato (e forse è questo il motivo dell’ultimo aggiornamento) con una dichiarazione fatta al recente IDF di San Francisco: “ogni volta che progettavo qualcosa di interessante era lui che diceva ‘vendiamolo’, era il suo chiodo fisso […] Steve ha sempre desiderato essere in una elite di personaggi come Shakespeare o Einstein, gente che cambia il mondo”.

Dopo aver ricordato le origini (nato il 24/02/1955 a San Francisco da Joanne Carole Schieble e da Abdulfattah Jandali, è stato poi adottato da Clara e Paul Jobs), si susseguono tante pagine di storia nel racconto di Bloomberg. Si parte dagli anni del garage dove Woz e Jobs hanno saldato i primi circuiti, poi si passa per l’Apple I e II con i quali hanno attirato i primi investimenti (Jobs era milionario già a 25 anni, come aveva promesso alla sua ex Chris-Ann Brennan). Poi l’avvento del Macintosh nel 1984 e l’iMac del suo ritorno in Apple, l’iPod e l’iPhone non mancano nella lista.

Dai suoi impiegati mai troppo amato per l’insopportabile carattere/atteggiamento, certamente stimato per quanto è riuscito a fare nella vita professionale, a volte sulla loro pelle. Una volta pare che un burlone tra i suoi stipendiati appese sul vetro dell’automobile di Jobs, quella costantemente parcheggiata nell’area dei disabili davanti all’ingresso principale: “parking different”.

Infine trova spazio nel necrologio anche una parte del discorso che Steve Jobs fece a Stanford in occasione della laurea ad honorem del 2005: “pensare che si possa trapassare in breve tempo è uno stimolo per fare grandi scelte, il tempo non è illimitato quindi non sprechiamolo, dedichiamolo a noi stessi […] il miglior modo di dare un senso alla vita è amare quello che credete essere la miglior cosa da fare in quel momento”.

“Steve Jobs lascia la moglie Laurene Powell, le figlie Lisa Brennan-Jobs, Eve, Erin Sienna e Reed Paul, le sorelle Patti Jobs e Mona Simpson” è la conclusione dell’articolo di Bloomberg. Speriamo di vederlo pubblicato tra tanti anni.



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