Stock option, Jobs può voltare le spalle
21/11/2007 07:00 CET
In meno di una settimana sono state smantellate due cause contro Apple e il suo CEO per la questione delle stock option emesse irregolarmente tra il 1997 e il 2002. Una sorta di prescrizione, gli accusatori sono arrivati tardi.
In meno di una settimana sono state smantellate due cause contro Apple e il suo CEO per la questione delle stock option emesse irregolarmente tra il 1997 e il 2002. Una sorta di prescrizione, gli accusatori sono arrivati tardi.
Lunedì il giudice Jeremy Fogel della corte distrettuale del nord della California ha scagionato Steve Jobs dalla causa C 06-4128 JF, ovvero dall'accusa di volontarietà nel problema delle stock option emesse irregolarmente da Apple. E' la seconda causa di questo tipo che viene rigettata in meno di una settimana.
Nella sentenza di 13 pagine ottenuta ieri da setteB.IT si legge che le accuse presentate da alcuni azionisti il 30 giugno 2006 sono rigettate ed il caso è chiuso. Apple non viene ritenuta responsabile, lo stesso dicasi per i massimi dirigenti dell'azienda di Cupertino e con essi anche il CEO Steve Jobs.
La motivazione espressa da pagina 7 in poi è riassumibile nel fatto che Apple non ha mai mentito ai suoi azionisti sul modo in cui ha operato per guadagnare "una fortuna" (come dichiarato dall'accusa) sulle opzioni d'acquisto di 6.428 azioni AAPL, concesse tra in 42 date tra il 1997 ed il 2002 per un costo di 105 milioni di dollari. Una dichiarazione di Apple in merito è stata prodotta più di tre anni prima della richiesta di giudizio a questa corte. I tempi erano ormai scaduti.
L'accusa non ha sufficientemente dimostrato con certezza e con riferimenti a dichiarazioni personali che sussisteva la colpa, l'unica prova indicata è che Apple sapeva che Steve Jobs era a conoscenza della retro-datazione.
Agli azionisti che d'ora vorranno fare causa ancora ad Apple per questioni similari il 58enne giudice suggerisce di produrre prova che Apple abbia rilasciato qualche affermazione mendace dal 30 giugno 2003 in poi.
Ricordiamo che Apple ha corretto a quegli errori di retro-datazione con un'iniezione di 84 milioni di dollari nei bilanci aziendali.