Il 35% di tutto il software è “pirata”
16/05/2007 07:00 CET
Nel 2006 il software pirata italiano cala, per la prima volta, del 2%. Ma il tasso d'illegalità è altissimo, tanto che ci paragonano ai paesi balcanici.
A livello globale (considerate 102 nazioni) il 35% di tutto il software installato nel 2006 sarebbe stato ottenuto illegalmente: oltre 8 miliardi di euro di guadagni mancati, 700 milioni di euro in meno rispetto all'anno prima. In 62 paesi la pirateria cala leggermente, in 13 paesi s'innalza. In un terzo delle nazioni considerate il tasso della pirateria supera il 75%.
Nazioni come Cina e Russia sono il "tasto dolente". In Cina, negli ultimi tre anni, l'illegalità è scesa del 10% all'82% in Russia del 7% all'80%. Dal 2003 il software legale in Cina è aumentato del 358%.
In Italia ("l'unico paese europeo con tassi di pirateria balcanici" come dice Luca Martinelli, presidente di BSA) la pirateria incide per il 51% o 1.038 milioni di euro, in lieve calo del 2% o 119 milioni di euro sull'anno prima (record negativo).
Il livello europeo, tra il 2003 e il 2005, è sceso dal 37% al 36% grazie all'armonizzazione delle leggi. BSA non manca di criticare la direttiva UE "criminal law" che rischia di creare porti franchi nei casi in cui si copi software senza trarne lucro.
Le stime di IDC sui prossimi quattro anni indicano una spesa per il software legale di 250 miliardi di euro e un valore di 133 miliardi di euro di mancati guadagni.
BSA rappresenta in 65 paesi del mondo le seguenti società: Adobe, Apple, Autodesk, Avid, Bentley Systems, Borland, CA, Cadence Design Systems, Cisco Systems, CNC Software/Mastercam, Corel, Dell, EMC, Entrust, HP, IBM, Intel, Internet Security Systems, Macromedia, McAfee, Microsoft, Monotype Imaging, RSA Security, SAP, SolidWorks, Sybase, Symantec, Synopsys, The MathWorks, Tekla e UGS. In Italia, oltre ai soci internazionali, BSA comprende Acca Software, Hit Internet Technologies, Inaz, Intergraph, Nemetschek, SIA, STR e WRQ.
