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Il Genius Bar di Roma, la “casco” del suo Mac
23/04/2007 07:00 CET
di Fabio M. Zambelli
centro commerciale ROMAEST. Significativo per dare una sveglia a tutti
gli altri rivenditori Apple meno attenti e per far capire a Cupertino
che la gente vuole gli Apple Store in Italia.
Giovedì scorso, mentre stavo scrivendo la sceneggiatura del mio prossimo film, scopro con estrema angoscia che il mio fantastico MacBook Pro Intel 17 pollici si spegne improvvisamente senza andare in stop, quando la batteria è quasi esaurita.
Collegando l'alimentatore non si sveglia dallo stop, ma si riavvia. Aiuto!
Vado subito in panico forse perché ho paura che questo stato d'ansia si possa riversare in quello che sto scrivendo, e non voglio.
Chiamo AppleCare, sono gentilissimi. AppleCare un investimento che consiglio a tutti… come avere la "casco" con la Ferrari, non ci si preoccupa. Secondo loro potrebbe essere la "batteria interna" che si è esaurita, quella che permette di cambiare batteria senza spegnere il computer, non ne immaginavo neanche l'esistenza. Mi consigliano di prendere contatto con un centro di assistenza. Me ne suggeriscono alcuni a Roma. Io che per lavoro abito a Roma, realizzo che qui c'è il primo Apple Store continentale. Ho la scusa giusta per andarci.
Prendo appuntamento con il "Genius Bar" tramite il sito di Apple. Ci riprovo due volte perché all'inizio ero abbastanza disorientato. Me lo fissano per sabato alle 14:00 (due giorni dopo), un messaggio mi invita ad essere al Genius Bar per le 13:55. Ci sarò, nulla potrebbe impedirmelo.
Mia moglie, rassegnata alla mia mania per il Mac, ormai da anni, mi accompagna con nostra figlia di diciotto mesi Alice (da non confondersi con la banda larga di Telecom Italia, che tanti problemi mi procura qui a Roma). Andiamo quindi nel centro commerciale di sabato pomeriggio, dove io mai avrei accompagnato lei, neanche sotto tortura. Però, a pensarci bene, io non dico niente quando mi trascina per serre infinite alla ricerca di piante che crescono solo nel Borneo occidentale (e una volta ogni cinquant'anni).
Non sapendo dove si trovi l'Apple Store ROMAEST, programmo il navigatore satellitare e apprendo che la distanza da casa mia, Monteverde nuovo, a via Collatina 858 è di 25 chilometri. Rabbrividisco! Pensando che saranno tutti sul Raccordo Anulare, mi rassegno… invece no, mi sbaglio.
Il navigatore mi porta in giro per Roma in una fantastica gita fuori programma. Mia moglie è entusiasta io un po' meno visto che è mezzogiorno e ho paura di arrivare per il giorno dopo. Mia figlia vuole ascoltare ininterrottamente il CD della Clerici "Le tagliatelle di nonna Pina". A furia di sentire la canzone ho una fame incontrollabile e siamo sempre in macchina, fermi ai vari semafori della capitale.
Iniziamo bene.
Attraverso Roma, la sua periferia meno affascinante, la campagna e dopo un'ora e quindici, arrivo al ROMAEST.
Scopro che il navigatore non ne ha colpa. Hanno da poco inaugurato la nuova uscita autostradale, un nuovo casello dell'A24 (Roma – l'Aquila) fatto apposta per raggiungere il centro commerciale, ma sulle mappe di Via Michelin non esiste.
Siamo affamati come lupi e accaldati come cammelli.
Da fuori il centro commerciale non mi impressiona, non è il Beaubourg, però è imponente e abbastanza strano.
Faccio fatica a trovare l'ingresso dal parcheggio a tre piani, salgo e scendo con l'ascensore, uno solo e piccolo, un paio di volte prima di accorgermi delle entrate… a dir la verità molto grandi. Ma sono io forse troppo imbranato oppure è troppa la smania per vedere da vicino un Apple Store, che mi condiziona le sinapsi.
All'interno chiedo dove si trovi l'Apple Store a una commessa della Swatch, che mi sorride e mi dice che sono nel corridoio giusto.
Avanziamo piano, scorgo la "mela" ed è un emozione. Cerco di condividerla con Francesca, mia moglie, che mi lancia un occhiata mista di tenerezza e compatimento, dice solo: "facciamo presto che la bambina ha fame" ma in realtà è lei che ha scorto un locale western con menu da cowboy.
"Ma come 'facciamo presto'? Io non mangio. Vai tu con la bambina". A questo arriva la passione per Apple, digiuno e trascuro i miei doveri familiari. Rassegnate, mi accompagnano.
"Glielo lasci" (il computer) "poi torniamo dopo mangiato e ci stai quanto ti pare" dice mia moglie. E' proprio la donna della mia vita. Alice sorride.
Entro, è proprio un Apple Store, come lo avevo visto su setteB.IT!
Sono le tredici e trenta e sono in anticipo di venticinque minuti. Provo lo stesso.
Mi dirigo velocemente verso il Genius Bar. E' davvero un bar. Con tanto di bancone, schermi enormi alle spalle e, al posto dei baristi, dietro un trespolo con appoggiato un MacBook Pro dei ragazzi con una maglietta nera con scritto Genius.
Intanto Alice, subito a suo agio all'interno dello store, si è già piazzata al tavolo dei videogiochi e si sta divertendo un casino.
Mi siedo e dietro al bancone uno di questi Genius, Christian (non so se con o senza acca, forse qui a Roma si usa senza, vedi il figlio di Totti) mi accoglie gentile. Gli spiego il problema, mi sembra preparatissimo e mi fa un'ottima impressione, recupera la mia pratica in rete all'AppleCare, si documenta e poi sentenzia che secondo lui a dare questi fastidi potrebbe essere forse solo la batteria. Mi propone di provare: metterà in carica una nuova batteria e testerà il tutto. Nel frattempo mi invita a fare un giro per il centro commerciale. Mia moglie, che mi guardava dal tavolino dove Alice stava testando tutti i nuovi videogiochi per Mac, ulula di contentezza.
Finalmente andiamo a mangiare. E invece no. Per sederci al ristorante dell'Ok Corral, dobbiamo aspettare venti minuti. Mangiamo (non male) e cominciamo il giro per i negozi. Molti belli e di ottimo livello: Disney, H&M, Zara etc.
Mia moglie si vendica costringendomi a visitare uno store tipo Ikea, con oggetti decisamente più belli ma più cari, dove lei compra di tutto. Poco importa, sono rilassato la mia sceneggiatura non subirà ritardi o malefici. Qui mi arriva la telefonata del Genius: "tutto a posto". Cristian o Christian, come pensava, conferma che era solo la batteria.
Torno, recupero il mio Mac, compero un kit di pulizia (30 euro, folle ma indispensabile) ringrazio e ovviamente non spendo nulla, è tutto in garanzia. E vai, AppleCare!
Senza nulla togliere ai centri di assistenza sparsi per la città ma, finalmente, esiste uno store Apple, riconoscibile, originale e che toglie l'ansia a quelli come me. E' stato un pomeriggio molto emozionante. A volte basta davvero poco. Io sono contento. Mia moglie è contenta e piena di tappeti, tazze, ciotole e scatole. Mia figlia è contenta, ha giocato con videogiochi che non troverà a casa e allora urlerà… ma ci penserò quando accadrà.
Torniamo alla macchina, non senza qualche difficoltà e ci apprestiamo a uscire dal parcheggio. Sono le 18:00. Dopo "soli" quarantacinque minuti siamo al casello dell'autostrada. Le strade intorno al centro commerciale sono ancora quelle utilizzate da Romolo e Remo per tracciare i solchi dei confini della città.
Mia moglie vede un cartello verde che indica la Roma – Civitavecchia. "Che bello, possiamo andare a trovare Stefania e Luca a Cerveteri, c'è già l'autostrada" dice tutta contenta.
"Ma certo amore" rispondo io ormai disposto a qualsiasi carineria nei suoi confronti.
Accendo il mio solito navigatore e scopro che Cerveteri è distante da dove siamo solo 80 chilometri.
Mi viene un po' di mal di testa, ma sorrido. Intanto "Le tagliatelle di nonna Pina" risuonano e risuoneranno, per la gioia di mia figlia, per altri 80 chilometri, appunto.
Il Mac riparato val bene qualche sacrificio.