Steve Jobs, l'”uomo bionico” di Apple
26/03/2007 23:30 CET
Apple, non per nulla, ha ricominciato a diventare un'azienda coi conti più che a posto dopo il suo ritorno nel 1997. Solo sotto la sua reggenza sono stati prodotti dei veri best seller dell'informatica e dell'elettronica.
Quando, nell'estate del 2004, è stato ricoverato in ospedale per essere operato di tumore al pancreas, in molti si sono preoccupati, innanzitutto dal lato umano della vicenda e poi dal lato aziendale. Una Apple senza Jobs sarebbe capace di creare prodotti e servizi decisamente meno innovativi. Fortunatamente ne uscì piuttosto bene.
Fin qui le sensazioni, seppur di molti, ma i numeri che dicono? Secondo l'annuale inchiesta Dow Jones pubblicata online da Barron's (necessario l'abbonamento) le azioni AAPL oggi rasentano il massimo storico grazie a circa venti punti "portati" dal suo co-fondatore.
Un ipotetico plus-valore è stato calcolato in 16 miliardi di dollari!
L'annuale analisi degli amministratori delegati delle più quotate aziende del pianeta riconosce che, una Apple senza la guida di Steve Jobs, sarebbe una svalutabile molto più, rispetto alla partenza di un qualunque altro CEO dalla sua società.
Nel 2007, tra i 30 top CEO 9 sono nuovi rispetto alla lista del 2006.