Apple rispedisce al mittente “il dollaro del podcast”
30/11/2006 07:00 CET
La provocazione parte dall'Australia ma rimbalza a Cupertino. L'uso del termine "podcast" non appartiene ad Apple e quindi nessuno, per scherzo o no, può chiederne la licenza d'uso all'azienda dell'iPod.
Tutti gli hardware, software e servizi che contengono delle variazioni della parola "pod" o "podcast" nel loro nome si stanno preoccupando da quando Apple ha ottenuto la registrazione del marchio "iPod", ma non "podcast" (rifiutato definitivamente dall'USPTO a fine agosto), chiedendo lecitamente o illecitamente ad alcuni di smettere di usare quel nome.
Ai primi di ottobre l'australiano Dave Gray, del Global Geek Podcast, scrive questa lettera ad Apple:
Caro Mr Jobs,
lei è al corrente del problema dell'uso del termine "podcast". Io sono il curatore del podcast chiamato "The Global Geek Podcast". Dato che abbiamo il termine "podcast" nel nostro nome siamo preoccupati che prima o poi qualcuno di voi si occupi di noi. Per questo motivo ho deciso di portarmi avanti pagandovi la licenza per il termine "podcast" ed evitare qualunque azione legale. Eccovi quindi il mio assegno da 1 dollaro australiano (60 centesimi di euro, ndr)…
Il resto suona un po' come uno sfottimento, ma il senso è chiaro. La risposta conseguente.
Martedì è arrivata la replica, spedita il 16 novembre da Cupertino:
Caro Mr Gray,
abbiamo ricevuto la sua lettera del 3 ottobre 2006. Le facciamo riavere l'assegno da 1 dollaro. Apple non ha nulla da eccepire sull'uso del termine generico "podcast" da parte di terze parti, se riferibile ai servizi di podcasting. Apple non fornisce licenze per la parola "podcast".
Apple Trademark Department.