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Verso il bavaglio di Internet dall’AGCOM? Domani la protesta
04/07/2011 07:03 CET
di Fabio M. Zambelli
Partecipazione domani a Roma oppure supporto online, mantenendo alta la voce in difesa della libertà del web. Aggiornato.
Mercoledì l’AGCOM – Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni metterà a consultazione pubblica la delibera 668/2010/Cons, sulle proposte regole anti-pirateria per Internet.
Il presidente Corrado Calabrò assicura che, in quella occasione, “molte ombre [saranno] fugate e che qualcuno si è scagliato contro i mulini a vento”.
La questione è stata rappresentata magnificamente da Juan Carlos de Martin e, sostanzialmente, prevede che un’autorità amministrativa (senza garanzie di difesa e giudizio indipendente) possa arbitrariamente rimuovere dai siti italiani qualunque violazione del diritto d’autore/editore, oppure impedire l’accesso a siti stranieri e magari fare black list di IP da inibire. C’è di che essere preoccupati quando l'”autorità” in questione mastica poco di Internet.
Le critiche non hanno un colore politico, il bavaglio del web italiano è dietro l’angolo (nonostante all’amministrazione Obama sia stato spiegato che le proposte regole saranno efficaci). Bisogna attivarsi per far sapere che l’Italia è un paese democratico che garantisce tutti e non solo una parte in causa. Luca de Biase lo ha voluto raccontare anche in inglese, perché fuori dall’Italia si rendano conto di quello che sta per succederci, se non faremo nulla.
Ecco quindi la mobilitazione contro la censura, promossa da Agorà Digitale, per domani a Roma presso Domus Talenti. Alla “Notte della Rete” si potrà intervenire a partire dalle ore 17:30, per chi non potrà essere fisicamente a Roma Il Fatto Quotidiano ha previsto lo streaming in diretta.
Se proprio si vuole censurare Internet lo si faccia senza sotterfugi, militarmente come nell’autoritaria Bielorussia di Alexander Lukashenko. Nel weekend sono stati bloccati i social network e la comunicazione elettronica in quel paese è crollata nel giorno dell’indipendenza “per non disturbare l’armonia nazionale”.
Aggiornamento del 05/07/2011: anche il guru del software libero Richard Stallman sostiene la protesta.