La velocità è tutto, Google aggiunge Instant Pages

14/06/2011 22:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Le novità di Google in fatto di ricerca su piattaforma desktop e mobile, con la ricerca delle immagini e per voce.
24-11256b_googleinsidesearchQuesta sera i laboratori di Google hanno illustrato, in diretta streaming (contrariamente ad Apple), le prossime novità di quello che una volta era il core business dell’azienda di Mountain View, la ricerca online.

Gli uomini migliori di Google riuniti al Yerba Buena Center For The Arts di San Francisco si sono focalizzati su Instant Pages, su Search by Image, su Voice Search on Desktop e sulla sempre più grande importanza che rivestono le ricerche da dispositivi mobile. Queste in 3 anni sono cresciute comparabilmente ai primi 3 anni delle ricerche dai computer tradizionali.

Quello che non ci è stato mostrato poche settimane fa alla conferenza Google I/O, è stato il tema di oggi, con una puntatina al futuro di Google (però bisogna installare Chrome). In futuro tutte queste tecnologie potranno funzionare anche in altri browser, grazie al rilascio del codice sorgente da parte di Google per realizzare eventuali estensioni.

Già con Google Instant (anche per iOS) si risparmiano da 2 a 5 secondi, ora con Instant Pages (in arrivo in settimana per la versione desktop e tra un po’ sui dispositivi mobile) altrettanti.

Google ha arricchito la tecnologia che velocizza il tutto grazie ad una classifica per rilevanza ed all’introduzione della pre-renderizzazione.

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Google spiega che la riduzione dei tempi nel raggiungere un sito cercato su Google deve affrontare varie fasi, ma grazie alla pre-renderizzazione almeno il tempo di lettura verrebbe eliminato.

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Cronometro alla mano ecco la differenza tra raggiungimento dei siti con Instant Pages abilitato (a destra) e disabilitato (a sinistra). I siti più famosi appaiono in tempo reale dopo un click sui risultati proposti da Google, contro una media di 3 secondi se visualizati in modo tradizionale. Quelli meno noti tardano un po’ di più ma si tratta sempre di una riduzione interessante dei tempi (2,5 contro 6,8 secondi). Un risparmio totale che va da 4 a 10 secondi.

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Le foto senza indicizzazione, senza coordinate geografiche e senza ovviamente un ricordo di dove siano state scattate possono sperare in una nuova vita digitale. Basterà trascinarle in Google e saranno riconosciute in pochi istanti, se ci sono dei corrispettivi simili già online. Non solo appariranno immagini simili, ma anche chiare indicazioni del luogo.

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Oltre al già noto traduttore vocale per iOS, Google ha anche mostrato una versione beta del browser Chrome (su Mac) capace di “ascoltare” la richiesta della ricerca direttamente dal microfono del computer, senza che l’utente debba digitare le parole chiave. Vedremo quando funzionerà anche in lingue diverse dall’inglese, senza il perfetto accento di Oxford (o più probabilmente di Mountain View).

Le ricerche fatte in voce sono anonimizzate da Google e mantenute per 2 anni, a scopi pubblicitari da non associare alle persone.

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