Internet nel PIL italiano, dal 2% del 2010 al 4,3% del 2015
12/04/2011 12:00 CET
Oggi vale complessivamente 56 miliardi di euro. Pare che il grande problema non siano le infrastruttre, comunque carenti, ma la cultura all’uso del web.
Google ha commissionato a The Boston Consulting Group uno studio sul valore di Internet in Italia.
Fattore Internet sarà illustrato oggi pomeriggio in streaming su AltraTV a partire dalle 17:30, ma intanto ecco alcuni dati interessanti su come ha risposto il nostro paese al richiarmo del web.
Come vediamo nella mappa accanto l’impatto “e-intensity” (disponibilità ed utilizzo di Internet tramite banda larga con relativa velocità + spesa per acquisti e pubblicità online + livello d’attività sul web delle imprese/istituzioni/consumatori) cambia molto dal 74 della Val d’Aosta (che forse è fuori scala per le sue dimensioni) al 54 della Calabria.
I principali utenti di Internet sono gli italiani tra i 6 ed i 24 anni (71%), seguiti molto da vicino da quelli tra i 25 ed i 44 anni (68%).
L’economia di Internet in Italia valeva nel 2010 31,6 miliardi di dollari (56 miliardi di euro compresi tutti gli effetti indiretti da 17 miliardi ed i 7 della pubblica amministrazione), ovvero il 2% del PIL. Nel 2009 era di 28,8 miliardi di euro. Si prevede che nel 2015 il livello possa innalzarsi al 4,3% per 59 miliardi ed un totale di 77 miliardi di euro.
Le piccole e medie imprese che investono in Internet (per marketing o vendita) cresceranno più delle altre, perché raggiungono una clientela più internazionale, sono più produttive ed assumono pure più persone. Il cloud sarebbe una straordinaria opportunità (ricordiamo che lo studio è commissionato da Google).
Ecco come viene usato Internet per cercare informazioni sui viaggi (sempre ai vertici degli interessi online), sia di piacere che per lavoro.
Come abbiamo più volte segnalato in Italia andiamo pazzi per la telefonia cellulare. In Europa gli italiani sono quelli più propensi a comperare servizi e prodotti via mobile. Per il 2013 si stima che in Italia saranno usati 4 milioni di tablet.
Purtroppo, però, siamo in fondo alle classifiche con quella media nazionale dell'”e-intensity”, solo la Grecia fa peggio di noi nel mondo. La Danimarca, con 140, ha più del doppio del nostro misero 63.
I fattori dell'”e-intensity” sono tutti bassi per l’Italia, ma almeno sulle infrastrutture siamo messi addirittura meglio degli Stati Uniti (che ha però dimensioni un po’ diverse). Sappiamo che qui restano imbattibili Corea e Giappone.
Infine ecco una previsione per il futuro, con quei 77 miliardi che ci guardano ancora dall’alto.