Thunderbolt non è esclusiva di Apple. Dubbi di sicurezza
25/02/2011 08:00 CET
Un vantaggio tecnologico che potrebbe pagare quello di Apple con la ex Light Peak, benché Intel sia pronta a fornirla a chiunque la voglia. Gli hacker si fregano le mani.
Certamente la novità più interessante dei nuovi MacBook Pro annunciati ieri è l’aggiunta della tecnologia Thunderbolt, nota dal 2009 come Light Peak, nel connettore Mini DisplayPort.
Il sistema è frutto della collaborazione tra Apple ed Intel, ma nessuna esclusiva è stata assicurata dai produttori. Tuttavia un’esclusiva effettiva potrebbe esserci per un po’ di tempo, come nota CrunchGear, visto che il developer kit non sarà distribuito ad altri produttori di computer prima della primavera e che di PC con Thunderbolt non ce ne saranno fino al 2012.
Intanto le prime periferiche con Thunderbolt sono state mostrate da Intel in un impressionante test, saranno sul mercato dall’estate in poi.
Ma Thunderbolt è anche una tecnologia sicura? Secondo le prime analisi teoriche degli esperti del settore sarebbe facile da perforare perché, diversamente dalla configurazione master/slave di USB, Thunderbolt assicura il massimo accesso a malintenzionati. Sembra che Intel abbia sviluppato Virtualization Technology for Directed I/O, amichevolmente abbreviata in VT-d, per limitare i danni, i processori nei nuovi laptop di Apple la supporterebbero, sfortunatamente non ancora l’attuale Mac OS X. Ci penserà Lion?
Si ipotizza un caso da incubo: collegando un proiettore al Mac con una connessione DisplayPort via Thunderbolt, questo, all’insaputa dell’utente, potrebbe nel frattempo scaricare il contenuto di tutto l’hard disk del computer. Un fulmine a ciel sereno!