Rivolta libica, ma gli accorciatori .ly sopravviveranno
21/02/2011 07:01 CET
La certezza al 100% che tutto fili liscio su Internet anche quando una nazione “salta per aria” non c’è, ma per il dominio della Libia si preoccupa anche il resto del mondo.
Il Maghreb più altri paesi africani e medio-orientali sono in grande subbuglio, per sostituire i rispettivi regnanti a tempo indeterminato.
Lo abbiamo visto recentemente con l’Egitto ed ora sembra montare più che altrove la protesta in Tunisia e Libia, nel primo paese il presidente Ben Ali ed i suoi tesori hanno indispettito molto la popolazione tenuta in scacco da 23 anni e, nel secondo, Muammar Gheddafi resiste ma in strada si abbattono i rivoltosi (specialmente a Bengasi).
Grazie alle censure Internet è rimasta inaccessibile a sprazzi oppure selettivamente su alcuni siti (AlJazeera, Facebook e Twitter), la situazione libica preoccupa sul web almeno per la questione degli accorciatori. Il più noto dei quali è bit.ly, usato anche (non per nostra scelta) dal plug-in di WordPress che automatizza i post sul canale Twitter.
Il CEO di bit.ly John Borthwick ha però rassicurato che non si prevedono problemi, anche perché solo 2 dei server root sono fisicamente in Libia, mentre 2 sono in Oregon ed 1 in Olanda.
Tuttavia ogni URL accorciato con bit.ly può essere traslato in j.mp per ottenere il re-indirizzamento voluto. Non a caso l’ultimo articolo di settimana scorsa, che Twitter accorcia in bit.ly/gDKdvE, può tranquillamente essere digitato come j.mp/gDKdvE e funzionare lo stesso.