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Paul Allen alla riscossa con i brevetti violati da Apple ed altri
29/12/2010 07:02 CET
di Fabio M. Zambelli
In zona Cesarini sono finalmente state spiegate le accuse che in prima istanza erano troppo vaghe per consentire agli accusati di difendersi.
La causa presentata lo scorso agosto in tribunale da Interval Licensing (detentrice dei brevetti di Interval Research, aperta nel 1992 dal co-fondatore di Microsoft Paul Allen e da David Liddle di Xerox, ma chiusa nel 2000) e che accusava AOL, Apple, eBay, Facebook, Google, Netflix, Office Depot, OfficeMax, Staples, Yahoo! e YouTube era stata rigettata perché vaga.
Una serie di tecnologie sull’e-commerce, brevettate e mai impiegate in qualcosa di concreto, sarebbero usate dalle 11 aziende (curiosamente manca Microsoft dall’elenco) senza regolare licenza. Ma siccome gli avvocati di Paul Allen sono stati piuttosto avari di chiarimenti, ora sono costretti a spiegare le rivendicazioni.
Il Seattle Times ha scoperto che, nell’ultimo giorno a disposizione (ieri) di Interval Licensing, è stato inviato alla corte di Seattle un nuovo documento, con maggiori dettagli.
Per quel che riguarda Apple il brevetto 6.034.652 sarebbe violato in 7 punti con l’uso delle widget nella Dashboard, introdotte con Mac OS X 10.4 Tiger del 2005 e rapidamente cadute nell’oblio per molti utenti.
Il brevetto 6.263.507 sarebbe violato in 20 punti con Apple Store, iTunes Store, App Store ed Apple TV.
Il brevetto 6.757.682 sarebbe violato in 15 punti con iTunes Store, App Store ed Apple TV. Lo stesso sarebbe violato in 12 punti dal social network musicale Ping di recente introduzione.
Il brevetto 6.788.314 sarebbe violato in 8 punti sempre con le già citate widget.