CorrierEconomia: musica classica al 12% su iTunes

04/02/2008 23:30 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Il supplemento economico del lunedì, a sorpresa, rivela dati mai sentiti da Cupertino. Li prendiamo per buoni anche se non si cita la fonte. Tuttavia altri errori nella stessa pagina farebbero propendere verso l'abbaglio totale in via Solferino. Aggiornato.

Il supplemento economico del lunedì, a sorpresa, rivela dati mai sentiti da Cupertino. Li prendiamo per buoni anche se non si cita la fonte. Tuttavia altri errori nella stessa pagina farebbero propendere verso l'abbaglio totale in via Solferino. Aggiornato.
 
La pagina "Tecnologia & Passioni" del CorrierEconomia, supplemento economico del Corriere della Sera di oggi, ci fornisce una panoramica sulla musica online.

03370b_corriereconomiap28L'articolo a fondo pagina intitolato "Ma la vera star di Internet si chiama Brahms" e firmato Francesco Margiocco rivela numeri che non avevano mai letto prima, nemmeno tra quelli ufficiali di Apple.
 
Leggiamo che "su iTunes i ricavi sono cresciuti del 12%" e questo è già interessante perché, non avendo il bene di poter godere di dichiarazione di qualunque tipo dai manager e dirigenti del negozio multimediale di Apple, ci dobbiamo rivolgere solo ai dati generali dei trimestri finanziari.
 
Nel quarto trimestre del 2007 il settore musicale di Apple (che comprende iTunes Store, Apple TV e gli accessori per iPod) fatturava 601 milioni di dollari, nel primo trimestre del 2008 il fatturato saliva del 34% a 808 milioni di dollari. Altro non viene estrapolato da Apple per tutti noi.
 
Ebbene il Corsera dice che i ricavi solo saliti del 12%, ci avrebbe fatto piacere conoscere la fonte di questo dato ma non è scritta, lo prendiamo per buono e proseguiamo. "Parola di Apple" no, ma basta non verificare e sembra credibile.
 
Ancora 12%. L'articolo prosegue e si legge che la musica classica venduta attraverso iTunes Store è il 12% del totale. Altra sorpresa, mai nessuno aveva fornito questi dati prima.
 
Ma poi qualche altro dubbio viene leggendo che "poche settimane fa la stessa Emi […] ha annunciato il lancio su iTunes di musica «senza Drm» e perciò «di qualità superiore»". Tale annuncio risale a ben 36 settimane fa, ovvero al maggio dello scorso anno ed era uno dei primi tentativi di eliminare il DRM dalla musica venduta online, dopo che Steve Jobs (certamente meno grasso della foto pubblicata dal giornale) aveva pregato gli editori musicali di cambiare mentalità esattamente un anno fa.
 
Fare confusione con i numeri è un attimo, ma anche su altro, come si può intuire dopo aver letto l'articolo di inizio pagina "Musica gratuita, le major partono. Male".
 
Ai quotidiani non è bastato fare la magra figura che hanno archiviato una settimana fa pubblicando paginate intere su Qtrax, basandosi solo sui proclami completamente mancati dei proprietari di questo fantomatico sistema di distribuzione gratuita di musica.
 
Si batte ancora il chiodo ma ormai tutti dovrebbero aver capito che era una una fregatura da annusare lontano chilometri, noi lo abbiamo scritto fin dalle 7 del mattino di lunedì scorso. Ora taluni scrivono che Qtrax non ha mantenuto le promesse perché il "primo sistema di peer-to-peer legale, lanciato la settimana scorsa al Midem, con la promessa di 25 mila brani tratti dai cataloghi Emi, Warner, Sony-Bmg e Universal, da scaricare gratis perché accompagnati da spot […] ma, tranne Emi, le altre tre major hanno smentito il 28 gennaio di avere un contratto con Qtrax".
 
Era difficile ma ci sono riusciti, nell'articolo firmato da Chiara Sottocorona hanno messo due errori nella stessa frase.
 
Intanto i brani promessi erano 25 milioni e non 25 mila, una libreria che molti amanti della musica possono vantare senza far troppo clamore. Poi la major che, al limite, avrebbe un contratto con Qtrax è Sony BMG e pure vecchio, forse in scadenza. Altri contratti non sono citati nella pagina dei comunicati stampa di questo sito farlocco, EMI non risulta come non risultano quelli di WMG – Warner Music Group e UMG – Universal Music Group.
 
Non sappiamo voi, ma noi ci abbiamo incartato il pesce con questa pagina di giornale.
 
Aggiornamento del 14/02/2008: Margiocco ci ha scritto facendoci sapere che quei 12% si riferiscono a dati citati e mai smentiti del New York Times… sapete di quando? del 2006! Ecco perché non è stata citata la fonte, esterna. L'autore concorda con noi che definire "poche settimane fa" quel periodo "non è l'espressione più appropriata". Un articolo che trasuda di vecchio, insomma. 

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