Dietro front. UE: iTunes ha risposto nei tempi

21/06/2007 09:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Entro la mezzanotte scorsa Apple avrebbe fornito alla Commissione Europea le motivazioni richieste sulla differenza di prezzi dei prodotti multimediali venduti da iTunes Store in Europa. Aggiornato.

Entro la mezzanotte scorsa Apple avrebbe fornito alla Commissione
Europea le motivazioni richieste sulla differenza di prezzi dei
prodotti multimediali venduti da iTunes Store in Europa. Aggiornato.
 
Nove ore fa Apple avrebbe dovuto presentare a Bruxelles le risposte richieste dall'Unione Europea riguardo alla differenziazione di prezzi di musica e videoclip venduti sugli iTunes Store nazionali della UE.

Avrebbe anche dovuto spiegare perché un inglese è impossibilitato ad acquistare una canzone sulla versione francese del negozio online oppure un danese sull'iTunes Store italiano e così via.

La scadenza della mezzanotte tra il 20 e il 21 giugno era stata assegnata come ultima estensione di due mesi dei tempi dalla UE, generosa nei confronti di chi sa di poter non rispettare le scadenze con certi organismi.

Difatti, così pare, vista la mancanza di comunicazioni ufficiali, la UE avrebbe assegnato una nuova scadenza. Non solo ad Apple ma pure ad una delle etichette discografiche coinvolte nella discussione, Universal.

Secondo AppleInsider, che non spiega quali siano le fonti, Apple avrebbe ottenuto una nuova deadline. Non sappiamo di quanti giorni.

L'agenzia Thomson Financial, unica fonte d'informazioni sulla reiterata vicenda, aveva invece già ieri raccontato che anche la più grande etichetta musicale, la Universal Music (posseduta da Vivendi e NBC Universal), aveva anch'essa ottenuta una mini-proroga dei tempi per rispondere sul problema in questione. Altri due editori avevano fatto richiesta di poter rispondere entro il 29 giugno, la restante delle "major" (quale che sia) avrebbe già ottemperato entro il 4 giugno.

Sappiamo che sono state le case discografiche ad imporre ad Apple la suddivisione dei mercati e prezzi differenziati, Steve Jobs avrebbe voluto costituire un unico negozio pan europeo (il discorso delle valute diverse dall'euro sarebbe stato, certamente, più complesso) con un unico listino.

Questa dovrebbe essere la motivazione da portare a Bruxelles ma finora Apple non lo ha fatto, probabilmente temendo che la UE non sia interessata a questa spiegazione. Forse l'azienda di Cupertino sta tentando di convincere le varie Warner, EMI, Sony BMG e Universal a desistere dalle imposizioni che tanti guai hanno creato.

Apple rischia multe onerose, fino al 10% del fatturato. Ovviamente l'azienda di Cupertino, a suo tempo, aveva diviso il business della vendita di canzoni da quello dei computer e software, così la società che ne dovrà rispondere sarà la europea iTunes S.a.r.l. con sede in Lussemburgo.

Aggiornamento del 21/06/2007: in serata è giunta la notizia che discredita quanto precedentemente scritto dai siti di rumors. Apple avrebbe risposto entro la mezzanotte alla UE e un portavoce europeo ha riferito che ora la commissione studierà in modo approfondito le risposte fornite da Apple. E' confermata l'estensione rispetto alla mezzanotte scorsa concessa fino al 29 giugno a due major, una di queste è Universal.

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