Scivolone in borsa di Apple. I perché

14/06/2007 07:00 CET

di Fabio M. Zambelli

00000a_fotonews001Come passare dai 127,61 dollari di giovedì 7 giugno ai 115,40 dollari di mercoledì 13 giugno? Basta, da una parte, deludere gli sviluppatori e, dall'altra, ricevere critiche sulla stampa. Al centro l'iPhone.

Come passare dai 127,61 dollari di giovedì 7 giugno ai 115,40 dollari di mercoledì 13 giugno? Basta, da una parte, deludere gli sviluppatori e, dall'altra, ricevere critiche sulla stampa. Al centro l'iPhone.
 
Ieri sera le quotazioni in borsa di Apple hanno nuovamente arretrato, chiudendo a 117,50 dollari, con una percentuale negativa del 2,24% sulla chiusura di martedì.

Per tutti questi primi tre giorni della settimana le AAPL hanno fatto solo male, dalla riapertura di lunedì mattina, ad oggi, un grave -5,61%.

Ieri il minimo è stato di 115,40 dollari, una settimana fa il picco era stato di 127,61 dollari, una differenza di 12,21 dollari.

I volumi di scambio delle azioni sono stati altissimi, quelli di ieri hanno superato i 61,5 milioni quando la media degli ultimi 50 giorni è di 28,9 milioni.

Insomma le cose non stanno andando bene dopo svariati giorni di vertiginosi aumenti.

Ma cosa ha causato tutto ciò? Una idea ce la siamo fatta, la sfera di cristallo non ce l'abbiamo, ma lasciateci condividere con voi quelle che ci sono venute vivendo nella Silicon Valley questi giorni del WWDC.

Lunedì la reazione del Nasdaq (negativa) va attribuita, così come l'hanno interpretata tutte le fonti di stampa statunitensi, ad una mancata presentazione di Apple di una piattaforma di sviluppo per i software su iPhone. Steve Jobs avrebbe "semplicemente" consigliato di sfruttare tutte le soluzione del cosiddetto "Web 2.0" e AJAX per le applicazioni del cellulare di Apple.

Le AAPL toccano i 119,54 dollari.

Martedì abbiamo testimoniato dei tanti dubbi che, solo ora, nascevano attorno alla possibilità di un fallimento di Apple con il progetto iPhone. Condite con errori non da poco, se li fa la CNBC e su numeri tanto rilevanti.

Le AAPL toccano i 118,31 dollari.

02162b_nytiphonekeyboardMercoledì (ieri per chi legge dall'Italia, ndr) un sorprendente articolo sul New York Times getta altro fango sull'iPhone. Era in prima pagina nella sezione economia, firmato da John Markoff. Chi desiderasse leggerlo lo trova anche online, ma nella sezione tecnologia.

Le AAPL toccano i 115,40 dollari.

La scoperta del (c'è chi dice) migliore quotidiano del mondo è che l'iPhone non possiede una tastiera con i tasti "fisici" da premere ma "solo" una tastiera virtuale che funziona con lo sfioramento dello schermo con i polpastrelli delle dita.

Non sia mai. Una roba immonda. Una fila di esperti e tecnici che ritiene pericolosa una scelta del genere.

Si fa anche un confronto side-by-side a pagina 5 del giornale tra iPhone, Danger Sidekick 3, Samsung Upstage, BlackBerry Curve 8300 e Palm Treo 750. Tutti smartphone dotati di una variante della tastiera "fisica".

Apple, che ha scelto di mostrare il sito del New York Times nelle pubblicità dell'iPhone e nelle dimostrazioni dei keynote di Steve Jobs, ringrazia.

Probabilmente oggi qualcuno scoprirà altre cose dell'iPhone, tutte note da sei mesi, e saranno giudicate negative. A Wall Street si baseranno su queste opinioni e dimenticheranno che fino a settimana scorsa tutti comperavano azioni AAPL a più non posso perché pareva che invece l'iPhone potesse diventare un clamoroso successo di vendite.

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